La sicurezza sul lavoro è una priorità fondamentale in qualsiasi ambiente lavorativo. Per garantire un ambiente di lavoro sicuro e proteggere i lavoratori da rischi e pericoli, e sempre obbligo del datore di lavoro, effettuare la valutazione dei rischi.

In questo articolo, esploreremo come rivalutare le situazioni lavorative nell’ottica di tutelare le lavoratrici in gravidanza.

Lavoratrici in gravidanza e sicurezza sul lavoro

Nella Legge n. 145 del 30 dicembre 2018 è stata introdotta la facoltà delle donne di lavorare fino al nono mese di gravidanza previa attestazione del medico del Servizio Sanitario Nazionale e del Medico Competente: all’art 1 comma 485 la Legge stabilisce che:

“All’articolo 16 del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al D.lgs. 151/01, dopo il comma 1 è inserito il seguente:

« 1.1. In alternativa a quanto disposto dal comma 1, è riconosciuta alle lavoratrici la facoltà di astenersi dal lavoro esclusivamente dopo l’evento del parto entro i cinque mesi successivi allo stesso, a condizione che il medico specialista del Servizio Sanitario Nazionale o con esso convenzionato e il medico competente ai fini della prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro attestino che tale opzione non arrechi pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro»”.

Il rischio legato allo stato di gravidanza

Il D.Lgs 151/01 ci aiuta a collegare le nuove disposizioni alla valutazione dei rischi. Quello di considerare il rischio legato allo stato di gravidanza era un obbligo già presente del D.lgs. 81/08: la valutazione veniva effettuata considerando la permanenza al lavoro di una gestante fino al settimo e, in certe condizioni, fino all’ottavo mese di gravidanza.

Poter prorogare l’attività lavorativa fino alla fine della gestazione, rende necessario l’obbligo di aggiornare la valutazione dei rischi redatta ai sensi del combinato disposto tra D.Lgs 81/08 e 151/01 in modo che tenga conto dello stato psico-fisico della donna nel nono mese in stato di gravidanza.

Quali mansioni per le lavoratrici gestanti?

Occorre escludere subito tutte le mansioni che comportano prolungati tempi di lavoro in posizione eretta e, se pur in forma ridotta, movimentazione manuale di carichi.

Da evitare sono anche tutte le mansioni stressanti e comunque in generale impegni con elevato carico mentale.

Ovviamente restano confermate le esclusioni e limitazioni introdotte per esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici.

Cosa opportuna sarebbe anche che il datore di lavoro tenga in considerazione anche parametri come la distanza tra il posto di lavoro, abitazione e l’ospedale stesso, semplicemente per principio di maggior cautela.

Ultimo ma non di minor importanza, sarà necessario riconsiderare la gestione delle emergenze valutando modalità di abbandono del posto di lavoro compatibili con lo stato di gravidanza al nono mese.

Funzionale a questa situazione, potrebbe essere, ove la mansione lo consente, la possibilità di far lavorare la futura madre, da casa in smart working.

In ogni caso occorre provvedere a un aggiornamento della valutazione dei rischi (DVR) che tenga conto delle considerazioni sopra esposte.

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