Il nuovo Accordo Stato-Regioni del 17 aprile 2025 ha introdotto importanti modifiche al sistema di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Tra le novità più rilevanti per le imprese spicca l’obbligo di un percorso formativo specifico per i preposti, con una durata ben definita e un aggiornamento obbligatorio ogni due anni. Una misura che rafforza il ruolo di vigilanza e controllo del preposto e che impone alle aziende una pianificazione formativa attenta, tempestiva e conforme alle nuove disposizioni.
In questo articolo analizziamo cosa prevede la nuova normativa per i preposti, quali sono i contenuti minimi richiesti, le modalità di erogazione della formazione e le implicazioni operative per le imprese.
Chi è il preposto e perché la sua formazione è strategica
Il preposto è colui che, all’interno dell’organizzazione aziendale, sovrintende all’attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllando che vengano osservate le misure di sicurezza e prevenzione. Il suo è un ruolo delicato e di responsabilità, a metà tra direzione e operatività, ed è spesso il primo punto di riferimento per i lavoratori sul campo.
Proprio per la sua funzione di controllo diretto, la normativa prevede che il preposto riceva una formazione mirata, diversa e più approfondita rispetto a quella generale prevista per tutti i lavoratori. Il nuovo accordo 2025 rafforza questo principio, imponendo requisiti più stringenti.
Cosa prevede il nuovo accordo per la formazione dei preposti
Con il nuovo testo dell’Accordo Stato-Regioni, la formazione dei preposti diventa obbligatoria, specifica e strutturata su una durata minima di 12 ore. Questo percorso formativo deve approfondire aspetti fondamentali legati al ruolo, come la responsabilità giuridica, la vigilanza sulle attività, la gestione del rischio e la comunicazione efficace con i lavoratori.
Ma la vera novità riguarda l’aggiornamento biennale obbligatorio. Ogni preposto dovrà infatti partecipare a un corso di aggiornamento ogni 2 anni, superando così la precedente indicazione quinquennale. Questo cambiamento ha l’obiettivo di garantire che chi ricopre questo ruolo sia sempre aggiornato sui cambiamenti normativi, tecnologici e organizzativi che possono influire sulla sicurezza operativa.
I contenuti dell’aggiornamento biennale devono essere pertinenti e mirati, e potranno includere casi pratici, analisi di incidenti reali, novità legislative e strumenti di gestione della sicurezza.
Modalità di erogazione della formazione
Il nuovo accordo disciplina anche le modalità con cui questa formazione può essere erogata. La formazione dei preposti non può essere svolta completamente in modalità e-learning. È obbligatoria almeno una parte in presenza o videoconferenza sincrona, per garantire un’interazione diretta tra docenti e partecipanti, elemento fondamentale per affrontare i temi legati al ruolo di vigilanza e responsabilità.
L’efficacia della formazione deve essere valutata tramite verifiche finali dell’apprendimento, test scritti e/o prove pratiche, e tutti i documenti devono essere tracciati e archiviati per almeno 10 anni.
Le implicazioni operative per le aziende
Per i datori di lavoro, l’introduzione dell’obbligo biennale di aggiornamento rappresenta una responsabilità importante. È necessario:
- Identificare i preposti in azienda, anche tra coloro che lo sono di fatto ma non formalmente nominati;
- Verificare lo stato della formazione pregressa e pianificare le integrazioni necessarie secondo le nuove durate e contenuti;
- Programmare con cadenza biennale i corsi di aggiornamento, tenendo conto della scadenza biennale che decorre dalla data dell’ultima formazione;
- Documentare e conservare tutta la documentazione relativa alla formazione, comprese le presenze, i materiali didattici e i test di verifica.
Il mancato adempimento può comportare sanzioni amministrative e penali, oltre che una maggiore esposizione a responsabilità in caso di incidenti sul lavoro.